P1, D5, C1, C3, SI
18,5 km
+ Impegnativa in questo senso
Tempo di percorrenza
D+
D-
Quota Max
6 h e 10 min circa
932 m
528 m
1567 m slm
Fonte d'Acqua incontrata
Area Protetta attraversata
Carta escursionistica di riferimento
Tappa lunga e faticosa per la sostenuta salita della prima metà , porta al borgo principale del Parco Nazionale, Pescasseroli, chiudendo l’anello percorso in senso orario.
Dalla partenza a San Donato Val di Comino altri percorsi dedicati agli eventi storici bellici legati alla seconda guerra mondiale ed alla storia dell’estrazione mineraria nella valle, arricchiscono la proposta turistico-escursionistica.
La lunga salita, nella prima parte a tornanti per superare con meno fatica il dislivello, verso la parte alta della Valle di Forca d’Acero riserva tante cose da ammirare, soprattutto legate al paesaggio, dovuto all’opera centenaria dell’uomo che governa e plasma la natura. Infatti qui l’uomo ha costruito un robusto e armonico camminamento, espressione dell’ingegno e della forza di volontà , dove gli alti muri a sassi ancora ben tenuti e che hanno rettificato l’andamento dei versanti e superato impluvi, rimangono a testimonianza di tutto ciò. Il bosco misto nella prima parte diventa una conifera estesa.
Usciti dal bosco nel punto dove il sentiero attraversa l’impluvio con un torrente, la vista spazio sui ripidi pendii erbosi delle cime che appartengono alla corta e suggestiva catena della Serra delle Gravare, con anche valli sospese memoria di un passato glaciale.
Si lambisce un abbeveratoio, si traversa la provinciale con un sottopasso, e in prossimità di un abitazione.ristoro posta sulla sinistra si continua a salire per la valle camminando su un’ampia strada sterrata. Più avanti, ad un bivio dove si lascia il segnavia P1, si continua sulla strada di sinistra con il D5 che disegna una larga curva sinistra che risale il bel pendio erboso al limitare tra questo ed il bosco.
Poco più su si entra nella faggeta, la strada si fa sentiero, si sale fino ad appoggiarsi in prossimità di alcune radure, prodrome del ben più ampio pianoro di Pratolungo.
Al margine opposto si rientra nel bosco e si scende su strada con una certa pendenza; ci si immette su di un’altra e la si segue a destra, sempre scendendo fino ad arrivare alla ben più ampia sterrata che percorrendola a sinistra dopo non molto si affaccia sull’ammirevole ed estesa conca carsica di Campo Rotondo.
Da qui, continuando sulla carrabile con la stessa direzione sul C1 la salita è graduale. Si incontra una radura con un edicola, e poco oltre si lascia la strada per continuare a destra nel bosco con il C3; il sentiero giunge ad un bel bancone pratoso con affaccio sul Monte Marsicano in lontananzza e si prosegue sempre per il segnavia C3, tralasciando il D4, a sinistra e con un traverso quasi pianeggiante.
Ci si immerge via via in una faggeta composta da maestosi ed eleganti faggi vetusti che contornano il Rifugio de La Difesa. Si scende su di un pacevole e ben tenuto stradello fino all’omonimo fonte (acquerello).
Ci si reimmette su strada bianca, di uovo C1, ad un quadrivio dopo una stalla si continuerà su quella di sinistra, e l’arrivo a Pescasseroli è ormai cosa fatta.