“Si incontrano boscaioli con i loro muli o asini carichi di legna e pastori con il gregge, mentre i lupi stanno a osservare”
di Rubes Wolf
La Via dei Lupi ci ha portato a visitare luoghi selvatici, dove uomini, animali e territorio sembrano convivere in un equilibrio naturale.
Animale affascinante, predatore opportunista, il lupo vive in branco ed è molto difficile incontrarlo.
Questo particolare per me e Loretta non è stato di fondamentale importanza, è bastato pensare di essere sul suo percorso, di poterne sentire l’odore selvatico, calpestare i sentieri che da sempre sono testimoni della sua presenza per preparare lo zaino e partire.
La Via dei Lupi si trova a sud est di Roma con orientamento nord-sud. Ideata alla fine degli anni Novanta, è stata rilanciata in questi ultimi tempi. I promotori stanno lavorando a una guida cartacea che sarà pronta per l’inizio del 2022. Loretta ed io siamo arrivati a conoscerla tramite Internet, scaricando e stampando ogni tappa su fogli volanti che poi abbiamo portato con noi. La lunghezza della Via, circa duecento chilometri, ha permesso, in undici giorni, di immergerci nella natura più incontaminata, di passare dagli scorci dell’ampia piana del Tevere a ridosso di Roma, all’immenso giallo delle ginestre in fiore, ai vari boschi con prevalenza di querce che degradano in faggete, ai pianori carsici fino ai pascoli e alle cime che sfiorano i 2.000 metri.
Tutto questo ha permesso di giungere alla “nostra” ultima meta, San Donato di Val di Comino, due tappe prima della conclusione ufficiale della Via dei Lupi, causa problemi logistici. Tutti i fine tappa li abbiamo previsti all’interno di affascinanti borghi, dove erano sempre presenti strutture ricettive di vario tipo: appartamenti, alberghi, B&B o locazioni tipo foresterie. Il percorso parte da Tivoli, città patrimonio del UNESCO dai tanti luoghi storici. È proprio nelle vicinanze di uno di questi, Villa Gregoriana, che inizia la Via del Lupo. Lungo l’itinerario si attraversano cinque aree protette: Riserva naturale di Monte Catillo, Parco dei Monti Lucretili, Parco dei Monti Simbruini, Riserva di Zompo lo Schioppo, Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il sentiero si estende in un continuo alternarsi di radure e boschi con faggete secolari, querce da sughero, alcuni laghetti e fontanili per l’abbeveraggio degli animali.
Fra questi, molti cavalli allo stato brado e mucche di razza maremmana dalle caratteristiche corna appuntite. Ogni nostra tappa si è conclusa in un piccolo borgo, solitamente con il centro storico racchiuso fra mura medioevali. Dopo aver trovato alloggio per la sera ed esserci rinfrescati con una bella doccia rigenerante, ci incamminavamo per le tipiche viuzze a esplorare tutto il paese.
Finalmente, dopo tanta fatica, arrivava l’ora della meritata cena: ottimi primi piatti, per assimilare carboidrati, fondamentali per l’impegno fisico del giorno dopo e deliziosi arrosticini per completare il nutrimento con le proteine. Il tutto accompagnato da un corposo vino rosso.
Durante l’intero periodo abbiamo incontrato pochissimi escursionisti, solamente boscaioli con i loro muli o asini carichi di legna e pastori con il gregge.
Gli incontri, sempre gradevoli e difficili da dimenticare, avvenivano all’arrivo in paese come quello con la gentilissima Valentina, curatrice di un B&B. Valentina ci ha raccontato di quando, l’inverno precedente, nel corso di una passeggiata all’imbrunire, si è trovata difronte a un lupo. Un cordiale guardiaparco, conosciuto sul percorso, invece ci ha messo in contatto con Concetta, un’affabile signora che ci ha fatto alloggiare nella foresteria del paese. Anche Lario detto Lello, il fruttivendolo del borgo di Licenza, dotato di una energia e un entusiasmo travolgenti, ci ha detto di essersi imbattuto più volte con dei lupi. Prima di partire Lello ha ringraziato me e Loretta per aver scelto questo cammino e, nell’augurarci buon viaggio, ci ha regalato alcuni tortellini fatti da sua madre. Una bella serata in compagnia, con scambio di opinioni sui giovani e gli adolescenti, è stata quella passata con Riccardo alla locanda dell’Orso, un’escursionista del fine settimana con la passione della coltivazione degli ulivi nella rinomata zona della Sabina. Insuperabile la disponibilità di Roberto, il titolare di un’osteria che si è fatto in quattro per cercarci da dormire nel piccolo borgo di Civita d’Antino. L’ultimo incontro è stato quello con Carlo, simpaticissimo architetto che, insieme ai figli, gestisce un agriturismo. Dopo cena Carlo ha raccontato della sua costante lotta con una volpe che gli ha sterminato almeno dodici coniglietti e con una faina, che gli ha sgozzato lo stesso numero di galline.
Tutti questi brevi confronti, nati dal desiderio di comunicare e di conoscere altre persone, resteranno come sempre nei nostri ricordi. La Via dei Lupi porta a visitare luoghi selvatici e selvaggi, dove uomini, animali e territorio sembrano convivere in un equilibrio naturale.
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