Y7, Y1, A4, A1, A9
20,6 km
Impegnativa per la lunghezza e per eventuale neve
Tempo di percorrenza
D+:
D-:
Quota max:
6 h e 15 min circa
756 m
1095 m
1982 m slm
Fonte d'Acqua incontrata
Area Protetta attraversata
Carta escursionistica di riferimento
Colli Alti sopra Pescasseroli – Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Acquerello di Giampiero Pierini
Tappa assai lunga, molto bella e varia di panorami, chiude l’anello anti-orario in cinque Tappe, con rientro a Pescasseroli.
L’anello, assoluta novità della nuova edizione della Via dei Lupi 2.0, permette di attraversare molte aree più o meno comuni e frequentate del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Dal Passo Godi risalendo la SR 479 Sannite per circa un km, si inzia il sentiero Y7 dall’area sosta e parcheggio che c’è sulla sinistra della strada asfaltata. Si deve superare una sbarra e si prende a camminare su una ben battuta strada sterrata che prima in piano e poi risalendo il fianco destro dell’ampia valle risale fino ad un sella.
Oltre la carrareccia ridiscende lentamente e sinuosamente i versanti sinistri d’oltre il passo. Poi riappiana e si giunge allo Stazzo di Ziomas, ricominciando a risalire. Poco oltre un bivio con dei segnavia: l’Y6 e l’Y7 proseguono a destra, rispettivamente nel bosco e nella lunga valle parte alta della Valle di Scanno. Il percorso continua sull’Y1 con direzione quasi verso S.
Il paesaggio è aperto, sulla sinistra troneggia isolato Monte Godi, la strada sale fino ad un’altra spaziosa e larga sella, il paesaggio al di là è l’ampia e lunga conca erbosa del Ferroio di Scanno (foto) con sullo sfondo lontano la cresta dentellata e rocciosa dei Monti della Meta.
Si aggirano in senso orario le belle pareti del Monte Campitello poste sulla destra e si entra nella valle che separa lo stesso con il bel Monte della Corte, che nasconde fino alla nuova sella i vasti circhi glaciali che costituiscono le ripide pareti nord-occidentali del Monte Marsicano.
Ci si immette sull’Y4 prima ancora di toccare la successiva sella il cui punto d’osservazione sulla sottostante allungata Valle dei Codacchi permette di ammirarne il liscio versante orografico sinistro per la coincidenza tra la pendenza morfologica e quella degli strati rocciosi, comunque levigati dagli agenti fisici.
Si traversa in debole pendenza la parte alta di questa valle con una direzione di massima verso N fino alla successiva sella. Siamo sempre sopra il limite vegetativo dei boschi.
Oltre il sentiero scende a brevi tornanti per poi risalire debolmente sempre in traverso verso un ulteriore passo erboso, da cui si ridiscende fino ad un trivio con palo tra il nostro segnavia A4, ed altri due: l’Y6 e l’Y8.
Ora la direzione diventa quasi W, con un bellissimo traverso che si affaccia nuovamente sulla Valle dei Codacchi però da una prospettiva totalmente differente. Si scende tra ginepri e fiancheggiando la faggeta che rimane a destra fino al fondovalle, poi si piega a destra rimanendo poco sopra lo stesso sullo stradello. Un pò oltre bisogna prestare attenzione a rimanere sulla strada che prosegue sull’impluvio, lasciando quella che rimane in traverso quasi alla stessa quota.
La strada con un fondo un pò dissestato fa un’ampia curva sinistra, entra in una vaalle più stretta e confluisce sulla Valle di Terraegna quasi di fronte al Rifugio di Prato Rosso (foto).
Si scende lunga la valle seguendo la strada molto rovinata dall’esondazione del torrente stagionale fino a quando al bivio con l’A9 si traversa l’alveo sassoso e si ricomincia a conquistare lentamente la quota sulla strada sterrata che risale i fianchi sinistri.
Al bivio successivo non si considera la strada che prosegue diventando segnavia D6 e si continua dritti in direzione W-SW, sempre con l’A9, su un piccolo stradello per prati-pascoli, dove spesso sono raccolti i sassi. Si è sui Colli Alti.
Si costeggiano dei muretti a secco in una ampia valle con molti pascoli fino ad entrare nella pineta che ricopre i versanti proprio antistanti il paese di Pescasseroli, con l’itinerario che digrada con comodi piccoli tornanti.
Si arriva sulla strada cementata e poi sul quella asfaltata sulla sponda sinistra del Fiume Sangro. A sinistra e poi l’attraversamento del ponte e con altri pochi passi si è nella piazza prinicpale del borgo più importante del Parco Nazionale.